di Luca Ferro: elaboratore d'immagini audiovisive, filmautore A-professional Extraindustrial Personal Audiovisual Experiment
Impressioni a distanza
Impressioni a distanza

Impressioni a distanza

(Distanced impressions)

Anno  rielaborazione digitale:    aprile 2008.

Paese di produzione:                      Italia

Lingua dei dialoghi:                         italiano

Shooting format:                             8mm (1935/36 e 1953/54), single8 (1974/75)

Master:                                                Mini-dv  

Formato proiezione:                      Pal 4/3 stereo

Durata:                                               13 minuti

Genere:                                              cinema privato

Sinossi:

Tre blocchi di pellicole domestiche (8mm e single8), girate a 20 anni di distanza l’una dall’altra e digitalmente riunite in un unico quadro, parlano, ora singolarmente ora simultaneamente, dell’evolversi dell’occhio cinematografico privato, dei supporti e delle tecniche amatoriali, dell’eterno fluire delle generazioni, della prepotenza della memoria e delle fatali insidie della nostalgia. Uno dei modi attraverso cui il Cinema Privato può proporsi l’ambizioso traguardo di una più ampia condivisione.

Considerazioni

Considero questo lavoro come un’esemplificazione paradigmatica del fare Cinema Privato.
Nel caso di “Impressioni a distanza” ho ripreso in mano una antica realizzazione (1976) e l’ho rielaborata utilizzando gli strumenti dell’editing digitale, riducendola rispetto alla durata iniziale e arricchendola del testo della lettera attraverso cui mio padre nel 1935, giovane ufficiale in Etiopia, stabilì il primo contatto con mia madre.
Ho aggiunto anche una traccia musicale.
Insomma ho messo in pratica quello di cui da sempre sono convinto: che il Cinema Privato accoglie quei rifacimenti, quelle varianti che il passare del tempo, a ragione o a torto, suggerisce, consentendo di riposizionare il proprio sguardo, di dare nuove connotazioni ad intuizioni e sentimenti precedenti.
Trent’anni fa ero molto più radicale ed astratto; meno disponibile, rispetto ad oggi, agli incanti delle memorie e della nostalgia.

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